C’éra necessità : si doveva denunciare le condizioni lavorative rispetto alla quantità di soldi che girano durante la settimana della moda à Milano che si svolge du volte l’anno. Di fatti centinaia di precari lavorano 12-15 ore al giorno per montare, smontare e far funzionare ciò che produce un movimento di 10 miliardi di euro, e da cui pero’ riescono a guadagnare solo una minima fetta.
Ma non solo. Ci siamo resi conto che la settimana della moda ha la stessa funzione che ha il centro commerciale : è un avamposto ideologico attraverso cui si favorisce un’organizzazione sociale fondata sul consumo futile e reiterato, si costruiscono immaginari funzionali a valori come la competizione, il superfluo, l’atomizzazione dell’individuo e un controllo diffuso facilitato dai nuovi contratti precari.
Abbiamo voluto affrontare questi argomenti attraverso un lavoro di attivazione creativa per andare a colpire l’immaginario delle persone. Partendo dalla considerazione che non è piu’ possibile comunicare delle cose senza riflettere anche sulla dimensione estetica, sulla modalità con cui far passare il messaggio. Si tratta di mettere al lavoro la nostra creatività non solo per chi la userà per rivenderla, ma soprattutto per produrre media sociali che come dei memi si moltiplichino nelle menti delle persone e li coinvolga in un partecipazione politica diffusa, rivendicativa e radicale.
Cospirazione precaria come pratica fondamentale di conflitto et di complicità
Il nostro primo obiettivo era di coinvolgere il maggior numero di lavoratori possibili. Non solo perché abitua le persone a essere attivi all’interno del posto di lavoro ma anche perchè aiuta a ricevere subito un feedback rispetto alle cose che stai facendo.
Questi elementi hanno creato il cocktail dai cui sono iniziate a partire le idee che hanno portato alla creazione di Serpica Naro e alla sua messa in atto. Il decidere di mettere in atto una burla mediatica, un media hoax è stata una conseguenza di questi ragionamenti. Il media hoax è stato lo strumento che abbiamo considerato più idoneo per raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati, ossia le nostre necessità.
Il progetto si è quindi sviluppato su piu’ piani e diversi gruppi di lavoro ossia : costruire il personaggio che fosse in qualche modo collegato con San Precario, il nostro santo patrono. Anagrammando il nome è uscito Serpica NARO e ci è sembrato sufficientemente appealing.. Questo significa avere un sito, un book, un ufficio stampa, qualche contatto anche a tokyo. Era importante renderlo controverso, in un certo senso negativo, in modo che potesse catalizzare la nostra forza rivendicativa Creare la nostra controparte nemica in modo che ci permettesse di dire quello che volevamo dire. E nello stesso tempo renderlo abbastanza sensuale, esotico e stiloso da farlo accettare dalla commissione della Camera della Moda. Anche se questo punto non era cosi’ sicuro. Il piano sarebbe funzionato anche senza.
Per render piu credibile il nostro progetta, abbaiamo aperto una specie di portalino dedicato ai nuovi stilisti emergenti, abbiamo registrato settimanadellamoda.it e l’abbiamo lanciato nella mailbox di circa 300 giornalisti del settore. Ovviamente abbiamo ricevuto mail dicendo che era ora che ci fosse un portale del genere. Ci siamo accreditati alla fiera e questo ci ha permesso di entrare nella fiera moda donna e volantinare ai lavoratori.
Poi, abbiamo iniziato una campagna come Chainworkers contro la settimana della moda organizzando due azioni più classiche, davanti a PRADA e un’incursione alla sfilata di Laura Biagiotti. Offerta SN di 15mila euro per sfilare dentro la pergola. Mon non ci fu eco sui media
Quando poi, a sorpresa, siamo stati accettati, abbiamo deciso di fare una sfilata vera e propria avendo l’opportunità di un’eco sui media. E quindi si sono messi al lavoro i veri stilisti e creativi del giro dei centri sociali. Sappiamo che una componente della Brand identity riguarda la sfera psicologica, sociale ed emozionale e che influenza in modo determinante il comportamento di acquisto e di consumo.
Serpica Naro è un metabrand perché supera, va oltre concetto di brand. Quello che vuole evocare nella mente delle persone supera la sfera del consumo e si pone sul livello delle relazioni non mercificate, delle rivendicazioni sul posto di lavoro, dell’attivazione nella propria vita biopolitica e sulla condivisione dei saperi.
A 8 mesi dal progetto abbiamo quattro gruppi che portano avanti varie dimensioni che si sono sviluppate da serpica : Un gruppo che lavora sulla liberazione del marchio, creative commons, diritto d’autore nell’ambito della moda ; un gruppo sta lavorando allo sviluppo del portale di condivisione e scambio di informazioni ; un gruppo sta aprendo in pergola un laboratorio di taglio cucito e laboratori che cerchino di portare avanti i valori del metabrand di serpica ; un gruppo che sta ragionando sulle possibilità di azioni nella prossima settimana della moda.